L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Cosi recita il primo articolo della costituzione Italiana.

É per me cosa insolita utilizzare i social per condividere opinioni e pensieri
ma il dolore “globalizzato” che tutti attanaglia da giorni interminabili e che tutti
condividiamo, mi induce ad esternare una breve riflessione.

Era la mattina del 2 marzo, poco più di un mese fa (un’ERA fa) e sembrava un
giorno come tanti: arrivare in azienda, incontrare le maestranze al lavoro per
la realizzazione delle nuove location esterne, rapportarsi con i collaboratori e
discutere progetti e fasi di lavoro…come sempre, come tutti i giorni, nella
umana convinzione che gli eventi siano nella nostra esclusiva disponibilità…
I lavori procedono come da programma dato che la stagione delle feste, la più
intensa e impegnativa per una sala ricevimenti che vive di feste e gioia
condivise, è ormai alla porte ed apparentemente tutto è come sempre.
Arrivato in ufficio, squilla il telefono: una cliente, evidentemente spaventata mi
chiede quali saranno le ripercussioni sugli eventi già programmati delle notizie
legate al Coronavirus che iniziano a circolare e a cui nessuno sembra dare il
giusto peso.
Un pericolo forse sottovalutato o di cui non si ha la giusta
percezione abituati come siamo a pensare che magari le cose riguardano gli
altri..e invece…in quel preciso istante ho sentito distintamente un freddo tremito
lungo la schiena, il concreto materializzarsi di un pericolo, e nella testa una
parola, come un martello: “ CORONAVIRUS” .

É un attimo: bisogna reagire con immediatezza e senza perdersi d’animo per
cui decidiamo, in anticipo rispetto ai decreti ministeriali, di sospendere
nell’interesse dei clienti, dei nostri collaboratori e di noi stessi, tutte le attività
già programmate continuando a portare avanti la realizzazione delle nuove
location perché vogliamo e dobbiamo crederci, perché la bellezza salverà il
mondo..

Non sottovalutiamo perciò alcun aspetto prestando massima attenzione al
rispetto delle regole sul distanziamento sociale e dotando sin da subito tutti gli
operatori di mascherine protettive, ancor prima che i vari decreti si esprimano
in tal senso.
Il dilagare e l’aggravarsi della situazione che in poco tempo diviene pandemica,
ci impongono però la sospensione di tutte le attività, costringendoci a chiudere
quegli stessi cancelli che per anni hanno accolto, spalancandosi in un festoso
abbraccio, sorrisi non celati dietro mascherine e scambi di gioia condivisa che,
oggi, devono cedere il passo a dolorose distanze.

É inutile negarlo, siamo stati spesso assaliti da sconfortanti pensieri che
trovavano ottimo humus nelle incognite di una situazione sconosciuta, ma
questo forzato periodo di riposo ha intensificato le relazioni personali con i
collaboratori ed i clienti anche attraverso lunghe e preziose telefonate che,
mettendo a nudo la nostra comune umanità, si sono spesso rivelate veri e
propri scambi terapeutici in grado di superare la sterile distinzione tra azienda
e cliente o dipendente, mostrando il volto umano del dolore che nell’altro trova
il farmaco migliore.
Colloqui “terapeutici” perché la felicità di un cliente, per chi lavora nella
dimensione della festa e vi partecipa con personale dedizione, non ha valore
ed è linfa vitale che alimenta sogni e speranze permettendoci di guardare
avanti.

La riflessione mi ha anche portato a realizzare che anche le istituzioni, in primis
lo Stato, non ha precisa contezza o percezione di quale sia il grande apporto
e l’impegno degli imprenditori del mondo del wedding, un esercito di
professionisti altamente qualificati (fotografi, fioristi, atelier, artigiani della
bomboniera, dei confetti e di tutto ciò che gravita attorno ad un evento) che
cooperano sinergicamente per rendere vivo un sogno.
Il nostro prodotto si
chiama “FESTA”, un declinarsi di esperienze fisiche, spirituali ed emotive,
meritevole e degno, come ogni altra espressione del “MADE IN ITALY” che fa
grande l’Italia in tutto il mondo, della giusta considerazione. Sì, siamo italiani
e lo rivendico senza piaggeria ma perché credo fortemente che il nostro Paese
sia uno dei luoghi più straordinari e affascinanti al mondo, nel quale
profusamente sgorgano talenti ed alte professionalità invidiati per uno stile
unico nel suo genere, in perfetto equilibrio tra tradizione e modernità.
Assieme ai miei fratelli e al nostro staff, credo fortemente in questi valori e in
un impegno quotidiano vivo e appassionato.
Quando alcuni giorni fa, a seguito di un’ordinanza regionale, abbiamo avuto la
possibilità di riprendere le attività manutentive all’interno dell’azienda, nel
riaprire quei cancelli abbiamo sentito forte e pressante il bisogno di rivolgere
un pensiero a chi in questo triste momento soffre per la perdita di un affetto, a
chi nonostante le mille difficoltà continua a svolgere il proprio lavoro al servizio
della collettività in silenzio e abnegazione, a chi ha varcato ben altri cancelli
per partecipare ad una festa senza fine….
Nel rispetto di tutti non abbiamo però ritenuto di pubblicare alcun post
preferendo il dignitoso silenzio della riflessione e della preghiera.

A questa lettera ho inteso affidare la mia personale riflessione che riflette
sicuramente quella dei miei fratelli, sostegno e porto insostituibili, dei miei
collaboratori e di chi crede in Noi.

Siamo un grande Paese e presto torneremo più forti di prima.

Buon Primo Maggio
New Lions Ricevimenti

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